La macchina del tempo
Gli scavi archeologici della Perugia Sotterranea, nel cuore della struttura dell’Isola di San Lorenzo, regalano il senso di una scoperta attraverso i secoli. Poco noti anche ai residenti stessi, questi luoghi permettono di entrare nelle viscere della collina che ospita la città di Perugia. È possibile così comprendere come dagli Etruschi, passando per i Romani e l’insediamento papale, il centro della città abbia assunto la sua conformazione attuale. La discesa dal chiostro della cattedrale fino agli scavi è paragonabile all’utilizzo di una macchina del tempo, che riallinea le sue lancette con il nostro orologio man mano che risaliamo attraverso i secoli verso la superficie.
L’acropoli
La zona sulla quale sorgono la Cattedrale di San Lorenzo e i due chiostri coincide con l’acropolidella città antica, etrusca prima, romana poi. Parlare di “acropoli” significa fare riferimento a un luogo posto più in alto rispetto al resto della città e, nelle civiltà dell’antico bacino del Mediterraneo, il luogo apicale di un insediamento era anche lo spazio dedicato alla divinità. La Perugia Sotterranea etrusca non fa eccezione: dove ora si trova il duomo, si trovava un’area sacra sulla quale venne eretto un primo tempio collocabile cronologicamente intorno al VI secolo a.C.
Questa zona della città era destinata ad accogliere solamente edifici e spazi dedicati al culto e questa destinazione d’uso non è cambiata nel corso di 25 secoli. Ecco perché la visita agli scavi archeologici della Perugia Sotterranea è così importante: perché consente di conoscere la storia di Perugia fin dai tempi più remoti, e perché permette di indagare quel rapporto con il mistero che è domanda intima e profonda di ogni uomo, dagli etruschi fino a oggi. L’acropoli mantiene la sua posizione fino ai giorni nostri, non viene mai abbandonata, subisce distruzioni e ricostruzioni fino a giungere all’assetto attuale.
Le mura sotterranee
In corrispondenza della zona dell’altare maggiore della Cattedrale sono stati trovati muri di fondazione di due templi: uno riferibile al VI, l’altro al II secolo a.C. Al disopra di questi strati antichi è stato rinvenuto il muro di fondazione della Cattedrale medievale, databile probabilmente al XII secolo d.C.
I fianchi dell’acropoli erano molto scoscesi e, per evitare dissesti, vennero realizzate imponenti spine di contenimento all’interno della collina stessa. Queste furono realizzate con grosse pietre di travertino approssimativamente squadrate messe in opera senza legante, cioè a secco.
Il muro che sorregge Perugia
Intorno al II secolo avanti Cristo, la comunità etrusca di Perugia costruisce tutto intorno all’acropoli una serie di muri che avevano lo scopo di contenere la collina e di renderla monumentale. Uno di questi muri, perfettamente conservato, sorregge ancora oggi parte dello spazio cittadino ora identificabile con la piazza principale del centro storico, Piazza IV Novembre. Il muro, alto circa 15 metri e lungo circa 40, è costruito in travertino. A differenza dei materiali di fondazione destinati a essere ricoperti di terra, questi conci sono perfettamente squadrati e disposti a secco in file parallele, ciascuna delle quali arretra di un paio di centimetri rispetto a quella collocata immediatamente al di sotto. Il risultato è che il muro non è perpendicolare rispetto al suolo ma leggermente inclinato, per renderlo in grado di contrastare le spinte esercitate dalla terra della collina contenuta al di là del muro stesso. L’effetto visivo doveva essere stupefacente: dal basso l’acropoli e i suoi edifici sacri, sfavillanti di colori, risultavano stretti da mura possenti. Accanto al muro è ancora visibile ciò che resta di una rampa pedonale che, recuperando il dislivello, conduceva al culmine della collina. Questa, quando nel VI secolo Perugia venne minacciata dai Goti, venne tagliata dalla costruzione di una torre bizantina di cui è visibile la base.
La strada romana
Intorno alla collina dell’acropoli si sviluppa la città antica, contenuta e resa sicura dalla cinta muraria. In prossimità del grande muro di terrazzamento passa una delle direttrici più importanti della viabilità antica, il decumano. Ancora visibile all’interno degli scavi archeologici per un bel tratto nella ripavimentazione di età romana, dove ancora oggi sono evidenti i segni lasciati dalle ruote dei carri, questa via collegava la zona est con quella ovest dell’insediamento urbano. Nel Medioevo questa strada diventerà la base su cui costruire le fondazioni di edifici posti in rapporto con la Cattedrale, come per esempio il salone, detto Salone dei Conclave, che la tradizione identifica come quello nel quale vennero celebrati cinque conclavi nel periodo compreso tra il 1216 e il 1305.
La domus
Una domus, cioè una residenza privata destinata a un ceto sociale elevato, venne costruita in prossimità del decumano circa settanta anni prima di Cristo. Anche questo edificio si è in parte conservato, come il cortile interno (impluvium) e il pavimento di una delle stanze. Ancora oggi, dopo oltre duemila anni, è ben visibile il segno lasciato dall’incendio che nel 40 a.C. distrugge la città, appena caduta nelle mani dell’esercito romano. Quell’evidente segno nero, di fuliggine e braci, racconta un momento drammatico della storia di Perugia, ultima roccaforte del popolo etrusco.
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