Un centro lontano dalla nuova comunità
Gubbio si erge in tutta la sua fierezza alle pendici del monte Ingino. Incorniciata da una natura rigogliosa, fatta di boschi e sentieri, è ritenuta una delle più belle città medievali. Il centro storico è caratterizzato da costruzioni in pietra calcarea, che dona agli edifici il suo inconfondibile colore grigio. La stessa pietra, ancora oggi, custodisce i segreti delle grandi opere e dei maestri del passato, mentre riempie di stupore e meraviglia lo sguardo e l’anima di chi la osserva. Quello visibile oggi, tuttavia, non è l’originario centro della città. Durante la prima metà del XIV secolo, Gubbio diventò uno dei maggiori centri manifatturieri dell’Italia centrale, dotandosi di un’abilissima classe artigiana.
Al tempo, il centro cittadino, che in passato era stato sede di un’antica corte longobarda, insisteva in una zona più alta dell’abitato, denominata Corte Vecchia. Attraversato da un fossato, tale centro era nettamente separato dai quattro rioni della città. In altri termini si può dire che esso fosse in una posizione troppo lontana rispetto al cuore della comunità produttiva, sempre più vivo e pulsante. Fu così che, per rispondere alle nuove esigenze economiche e amministrative, i governanti del Libero Comune di Gubbio decisero, a partire dal 1321, di iniziare la costruzione del nuovo centro cittadino, dando così vita ad una delle più audaci imprese urbanistiche del Medioevo italiano.
Il nuovo centro
Il nuovo centro di Gubbio fu progettato più a valle, in posizione centrale e vicino alle zone artigianali. Piazza Grande, il Palazzo dei Consoli e Palazzo Pretorio furono costruiti in modo da confinare territorialmente con i quartieri di San Giuliano, San Martino, Sant’Andrea e San Pietro, diventando così, sia idealmente che visivamente, il punto di unione della città intera. Per realizzare il progetto fu necessario modificare lo stato naturale del terreno della zona più a monte, partendo dalla formazione di un terrapieno, mentre a valle fu progettata la piazza pensile, lunga circa 60 metri. Il muro a valle, che sorregge la piazza, è alto circa 17 metri dalla via sottostante.
Importante figura che contribuì alla costruzione del complesso di Piazza Grande e dei due palazzi adiacenti è quella dell’eugubino Matteo di Giovannello, detto anche il “Gattapone”. Egli, noto anche per essere stato l’architetto dell’imponente Rocca Albornoz di Spoleto, figura come geumetra dell’opera in documenti riguardanti la costruzione della piazza di Gubbio datati al 1349.Piazza Grande, con i maestosi archi e volte che la sorreggono, è costituita da un sistema di contrafforti e da 12 vani inferiori e 12 superiori, e partecipa al moto ascensionale dettato da Palazzo dei Consoli. Questo costringe l’osservatore ad alzare il proprio sguardo sempre più in alto, per immergersi in un tempo passato e trovarsi contemporaneamente sospeso nello spazio.
Suggestioni dalla piazza
Annoverata tra le più grandi piazze pensili esistenti, è possibile raggiungere Piazza Grande a piedi, salendo per le vie del centro storico medievale, oppure utilizzando l’ascensore sito in Via Baldassini. Una volta giunti sulla piazza, oltre a meravigliarsi per la sua ampiezza e sensazione di ariosità, si rimane maggiormente incantati affacciandosi direttamente dalla terrazza. Infatti, questo è certamente un punto privilegiato dal quale ammirare il paesaggio circostante. Il colpo d’occhio è diretto sui giardini pubblici sottostanti e sulla meravigliosa chiesa di San Francesco, della seconda metà del XIII secolo. Muovendo lo sguardo tutt’intorno si può notare l’armonia dei tetti e degli edifici degli storici quartieri della città. Questi cambiano colore nei diversi momenti della giornata, dal bianco e giallo brillanti della mattina e del primo pomeriggio, alle sfumature di rosa o arancione acceso durante il tramonto. La visuale, poi, si apre sulle colline e le campagne verdeggianti che fanno da sfondo.
Le feste tradizionali
Piazza Grande diventa il principale palcoscenico della Festa dei Ceri, che si svolge ogni 15 maggio in onore del santo patrono della città, il vescovo Ubaldo. In quest’occasione ogni eugubino si veste dei tradizionali colori della festa e partecipa con grande emozione al momento dell’alzata dei Ceri, con il lancio delle caratteristiche brocche, e l’inizio della corsa vera e propria.
Altro evento che si svolge sempre in Piazza Grande, l’ultima domenica di Maggio, è il Palio della Balestra. Una competizione in cui i balestrieri di Gubbio e di Sansepolcro, in costumi d’epoca, si sfidano al tiro con la balestra. Il balestriere che centra il bersaglio posto a 36 metri di distanza, riceve in premio il Palio: un prezioso stendardo realizzato ogni anno da un artista diverso.
Momento emozionante dell’evento è l’esibizione del gruppo degli Sbandieratori della città.
Don Matteo a Piazza Grande
Piazza Grande offre ancora delle sorprese.
Costeggiando la via principale, fino ad arrivare in piazza, probabilmente capiterà d’imbattersi in un caffè, il Caffè Ducale, che tra i tanti tavolini disposti all’esterno ne ha uno davvero speciale. Sembra sia stato lasciato di fretta da chi vi era seduto. Sopra di esso si trovano due tazzine da caffè, una scacchiera, un cappello da maresciallo dei carabinieri e un cappello nero. Di chi sono questi misteriosi oggetti? E perché sono lì?
Per chi è appassionato di serie tv italiane sarà subito chiaro. Appartengono al Maresciallo Cecchini e a Don Matteo. La città di Gubbio ha infatti fatto da cornice alle prime otto stagioni di Don Matteo, fortunata serie televisiva che ha conquistato il pubblico italiano. Proprio il Caffè Ducale, dove è ancora collocato il tavolino, era il luogo prediletto dal maresciallo e Don Matteo per le loro partite di scacchi, sempre intenti a scambiarsi informazioni sui misteri e sulle indagini da risolvere. Oltre a questo particolare, il Caffè conserva ancora fotografie, dediche, oggetti e autografi degli attori, diventando un vero e proprio luogo di memoria storica, che merita una sosta. Altro luogo di Piazza Grande protagonista delle riprese per la serie tv è il Palazzo Pretorio, posto di fronte al Palazzo dei Consoli, che ha vestito i panni scenici di caserma dei carabinieri. Nella realtà, è sede del Municipio della città di Gubbio.