La vita nel centro di Perugia
Il centro storico di Perugia è il cuore pulsante della città, il luogo dove risiede l’anima più antica, ma dove allo stesso tempo si svolgono i maggiori eventi moderni come Umbria Jazz, il Festival del Giornalismo, l’Umbria Che Spacca e molti altri.
L’Isola di San Lorenzo, il Palazzo dei Priori, la Rocca Paolina e numerosi monumenti o chiese, a pochi passi di distanza tra loro, ci parlano della Perugia che è stata, luogo di Papi e di condottieri, snodo di santi e di artisti.
La città vuole rimanere legata alle tradizioni, ma senza essere ancorata al passato. Molti locali dove assaggiare prodotti tipici, fare aperitivo o bere animano dunque il corso, che viene popolato da persone di ogni età: dai ragazzini che fanno le tipiche “vasche” in centro ai numerosi universitari che dopo aver riempito le aule studio si concedono un po’ di svago, passando dalle famiglie che portano i propri figli a divertirsi ai Giardini Carducci fino agli anziani che, con una lunga passeggiata nel corso principale, scrutano la città cogliendone i cambiamenti occorsi nel tempo.
Negozi storici e botteghe artigiane formano poi un tessuto che, nonostante i tempi difficili, resta vivo per donare a chi percorre le vie del centro storico di Perugia l’esperienza più vera della città.
Perugia centro: luogo apicale
Salire e scendere. Chi vive a Perugia è assuefatto a questa dimensione “atletica” dell’andare, perché la città è nata su due colli separati da una sella abbastanza scoscesa. L’aspetto attuale e prevalente della città racconta di uno dei momenti più rilevanti della storia cittadina, quello dell’affermazione del Comune e della sua capacità di governo. Capacità, questa, che portò sia alla tassazione per censo che all’attivazione dei corsi dell’Università perugina nel 1308.
L’attuale corso Vannucci, la strada principale del centro storico di Perugia, collegava fin dai tempi più remoti due colline: “del Sole”, a nord, e colle Landone a sud. Le zone pianeggianti erano rare e così, nel corso dei secoli, l’abitato si è disposto lungo fianchi e avvallamenti, o su spazi pianeggianti artificiali creati dall’ingegno umano. L’attuale piazza Matteotti è l’esempio più significativo in questo senso: la cinta muraria etrusca sul lato est limitava l’ampliamento della città tardo medievale su quel versante. Sfruttando le mura come poderoso sostegno, venne creato l ‘attuale spazio pianeggiante, costruendo pilastri che lo sostenessero. Non a caso, il nome antico della piazza era “piazza del Sopramuro”. La città rivela il suo essere congegno complicato, le cui forme vengono dettate e determinate dalla capacità generativa dei suoi abitanti, dal faticoso e pregevole impegno che ha trasformato le pietre e le materie impiegate.
Le strade principali
Il centro storico di Perugia si articola in alcune direttrici principali, percorsi dettati dall’orografia e dai traffici che le hanno usate. Così, al pari di una foglia, il lungo percorso di Corso Vannucci, che si distende dalla Fontana Maggiore al belvedere dei Giardini Carducci, costituisce la nervatura principale sulla quale si innestano le vie laterali. Fino al Duecento la città rimane raccolta entro le mura etrusche ma, con la ripresa economica legata al consolidamento del libero Comune, è forte la necessità di espandere l’abitato. Nascono così i borghi, che si allungano su spazi fino a quel momento scarsamente abitati. Queste espansioni urbane sono costituite da un tessuto produttivo, artigianale, che rende ricca la città. Le direttrici dei borghi corrispondono ad altrettante porte. Nascono così il borgo di porta S. Susanna, quello di porta Eburnea, di porta S. Angelo, di porta S. Antonio, di S. Giuliana, il Borgo Bello (ora Corso Cavour), borgo San Pietro e quello di Porta Sole. La struttura dei borghi è costituita da una direttrice centrale sulla quale si aprono i vicoli, evocando la forma di un pettine. Quando le nuove mura medievali comprenderanno questi insediamenti essi diventeranno veri e propri rioni.
I vicoli del centro storico
Il Corso, con la sua successione di attività commerciali, è la strada più ampia del centro storico. Basta però addentrarsi in uno dei vicoli che si affacciano su di esso per entrare in un dedalo di passaggi, spesso angusti e un poco oscuri, che ben restituiscono il tessuto urbano medievale. I nomi antichi di alcune vie rispecchiano l’importante presenza degli artigiani che contribuirono alla prosperità di Perugia; via dei Lanari, per esempio, ricorda una delle più antiche Arti presenti in città mentre via del Naspo ricorda l’arcolaio, strumento usato per trasformare la matassa in gomitolo di lana. La toponomastica è molto suggestiva e può evocare anche qualche inquietudine, pensando alla via delle streghe, che deve il suo nome all’essere scura e tortuosa; o può alludere a pegni di amicizia come nel caso di via dello struzzo, poiché questo animale, segno di profonda amicizia tra la contessa perugina Marianna Florenzi e re Ludwig I di Baviera, risiedeva nel giardino che affacciava sul vicolo.
Città turrita
Nella navata di sinistra della Cattedrale di san Lorenzo si può osservare un gonfalone, cioè un dipinto destinato a essere portato in processione, che mostra lo skyline della città prima della costruzione della Rocca Paolina. Ciò che colpisce è il grande numero di torri raffigurate. Se confrontate con l’attuale tessuto urbano, la differenza balza all’occhio, visto che ne sono rimaste pochissime. In realtà la Perugia medievale era punteggiata di torri, ciascuna delle quali caratterizzava un’unità immobiliare. Si parla di case-torri, cioè di edifici sviluppati verticalmente che avevano, almeno inizialmente, scopi difensivi. L’edificio turrito, inserito nel compatto tessuto urbano medievale, era l’equivalente cittadino del castello rurale. Come quest’ultimo svolgeva anche una funzione di controllo sulle proprietà delle nobili famiglie. Molte di queste torri sono crollate nel corso del tempo, molte altre furono atterrate durante le lotte tra le varie fazioni cittadine o, ancora, mozzate nel Cinquecento, quando il governo pontificio volle cancellare i segni del potere medievale.