Basilica di San Pietro – Perugia

Un luogo meraviglioso, scrigno inimmaginabile di storia, arte e intelligenza umana

La basilica di San Pietro nel Borgo Bello

Il percorso che parte dalla chiesa di S. Ercolano e che conduceva, nel passato, verso Roma, termina nel così detto “Borgo Bello”, quella zona della città che ebbe vita grazie alla presenza dell’abbazia benedettina di San Pietro.
Appena superata una delle porte monumentali di accesso alla città, progettata da Agostino di Duccio (Firenze, 1418 – Perugia, 1481 circa), compare la forma geometrica del campanile di San Pietro, con la ripida guglia svettante sulle basse case del quartiere. Quel campanile è immagine simbolica di Perugia, al pari dell’Arco Etrusco o della Fontana Maggiore.
La struttura ospita oggi, oltre alla chiesa di San Pietro, anche l’ateneo di Agraria dell’Università degli Studi di Perugia e l’Orto Botanico medievale.

 

Accenni di storia

Gli esordi del racconto intorno alla nascita dell’abbazia di San Pietro vanno ricercati molto indietro nel tempo e alcuni passaggi della sua storia millenaria si perdono nelle nebbie del tempo. Il luogo sul quale sorse il monastero è ricordato dalle fonti come Monte Capraro, uno sperone che sovrasta la valle del Tevere. In questo sito sorgeva probabilmente un cimitero cristiano: Gregorio Magno, infatti, ricorda che in questa zona nel VI secolo fu sepolto Sant’Ercolano, il vescovo di Perugia che tentò di organizzare la resistenza della città durante l’assedio dei Goti, guidati da Totila. Anche la prima cattedrale di Perugia sarebbe sorta qui, in relazione alla presenza del sepolcro del vescovo-martire. Nel 965 il vescovo Onesto, constatando come la cattedrale fosse ormai abbandonata, cede il luogo a San Pietro Vincioli, nato a Perugia, perché vi iniziasse la costruzione dell’insediamento monastico. Tale insediamento conoscerà una crescita continua, assumendo un ruolo fondamentale nello sviluppo della città.

 

Il complesso di San Pietro

Primo Chiostro

Bisogna varcare il portone e accedere al primo chiostro, costruito nel 1614 su progetto di Valentino Martelli, per avvicinarsi al portale della basilica di San Pietro, di cui non si riesce a intuire la struttura architettonica. Il portale é sormontato da una lunetta con un dipinto attribuito a Giannicola di Paolo; sono visibili i resti della facciata precedente, dipinti murali medievali e, alla base del campanile, resti di un edificio di età romana.

 

Interno della chiesa di San Pietro

L’interno è diviso in tre navate da colonne di reimpiego, così come la quasi totalità dei capitelli e delle basi. Sulla seconda colonna di sinistra è raffigurato San Pietro Vincioli, fondatore dell’abbazia, e ricorda un miracolo da lui operato: mentre gli operai erano intenti a calare la colonna sulla base, le corde che la sostenevano si ruppero e solo l’intervento miracoloso del santo evitò che ci fossero vittime. A ben guardare, la colonna non è in posizione centrata rispetto alla base.
L’aspetto generale della Basilica di San Pietro risente dei lavori di aggiornamento tardo-cinquecenteschi voluti dall’abate dell’epoca. Questi contribuirono a rendere omogeneo l’insieme decorativo, grazie anche alla calda luce che rifrange dalle cornici dorate dei dipinti, del soffitto ligneo a lacunari e del baldacchino al di sopra dell’altare maggiore. La direzione dei lavori fu affidata all’architetto Valentino Martelli che fece costruire il nuovo altare e spostare il monumentale coro ligneo.
Le pareti della navata centrale sono coperte da enormi teleri con “Storie del Vecchio e del Nuovo Testamento”, quella al di sopra del portale d’ingresso raffigura l’ “Apoteosi dell’ordine benedettino”. Percorrere le navate significa effettuare un viaggio tra rilevanti opere tardo-manieriste e seicentesche.

 

Il coro ligneo

Spostato dall’originaria posizione davanti all’altare maggiore a quella attuale nell’abside nel corso dei lavori di ristrutturazione cinquecenteschi, il coro ligneo venne iniziato nel 1525 e terminato circa dieci anni più tardi dalla bottega bergamasca degli Zambelli. Si tratta di uno dei cori intarsiati e intagliati più importanti d’Italia.

 

Secondo e terzo Chiostro

Vale la pena, usciti dalla Basilica di San Pietro, percorrere il corridoio che conduce al secondo chiostro, al centro del quale si trova un pozzo cinquecentesco. Il chiostro era in origine caratterizzato da tre ordini sovrapposti, il secondo dei quali venne murato nel Settecento. Sono visibili, lungo un lato, una porta e due bifore appartenenti all’assetto quattrocentesco della Sala del Capitolo. Poco più avanti si accede all’antico refettorio, preceduto da un magnifico lavamani in terracotta invetriata policroma (1487 – 88), raffigurante la “Samaritana al pozzo”.
Percorrendo un altro corridoio, si arriva al terzo chiostro, detto “delle stelle”, progettato da Galeazzo Alessi (1571).

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