Madonna delle Grazie

La Madonna delle Grazie nel Monastero di Sant’Agnese

A Perugia, nel Monastero di Sant’Agnese, Perugino dipinge la Madonna delle Grazie con i Santi Antonio abate (a sinistra) e Antonio da Padova (a destra).

 

Analisi dell’opera

La Vergine, in piedi in un bel paesaggio di sapore umbro, guarda dolcemente verso l’osservatore, mentre due angeli in volo sorreggono la sua corona. Indossa un abito rosa e un manto blu foderato di verde, una cinta le avvolge la vita e un sottile velo trasparente le copre la fronte. Ai lati, in finte nicchie, i santi sono raffigurati come statue.

Due suore sono inginocchiate in preghiera ai piedi della Vergine; si potrebbe trattare della Badessa e della Vicaria del convento, oppure potrebbero essere i ritratti delle committenti dell’affresco. Le loro dimensioni ridotte servono a dare maggior risalto alla figura principale.

Lo scomparto centrale sembra una finestra aperta sulla parete, dalla quale i Santi (ma anche chi guarda l’opera) ammirano la Vergine Maria.

Affresco con al centro la Madonna in piedi in un paesaggio bucolico, con due angeli in cielo sopra di lei e due suore inginocchiate ai suoi piedi. Ai lati, due nicchie dipinte in cui sono raffigurati i Sant’Antonio abate e Sant’Antonio da Padova.

 

Iconografia della Madonna delle Grazie

La rappresentazione della Madonna delle Grazie è diffusa a Perugia; si può ammirare quella dipinta da Giannicola di Paolo, seguace di Perugino, su uno dei pilastri della Cattedrale di San Lorenzo. L’iconografia deriva dalla Vergine Blacherniotissa dell’arte bizantina, che si riconosce dalle mani aperte rivolte verso l’esterno e il lungo mantello.
Sotto il dipinto c’è un’iscrizione che riporta dei nomi in parte ancora leggibili: probabilmente si tratta delle committenti.

 

Datazione dell’opera

La Madonna delle Grazie del Perugino è stata inizialmente datata al 1522. Tuttavia, il restauro del 2004 ha rivelato la qualità pittorica dei volti e rimesso in discussione la sua collocazione temporale. L’ipotesi è che il dipinto sia stato realizzato una decina di anni prima.

Dopo l’Unità d’Italia, il convento è stato soppresso e la struttura è entrata a far parte del demanio statale. Far tornare le suore nella struttura era problematico, perché la clausura avrebbe reso impossibile ammirare l’affresco (del quale, nel frattempo, era stato compreso il valore). così Leone XIII, già Vescovo di Perugia, ha tolto la clausura dalla Cappella in cui si trova l’opera, garantendo libero accesso a tutte le persone.

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