L’Isola di San Lorenzo – Perugia

Vista aerea dell'Isola di San Lorenzo. La vista è la stessa di google maps, i tetti del complesso in questione sono evidenziati rispetto a quelli dell'abitato.

L’Umbria è l’unica regione centro-meridionale italiana a non avere accesso al mare. Parlare di isola, riferito a Perugia, risulta dunque quantomeno bizzarro. La storia della città dà un senso diverso a questo termine: la parola “isola” è qui l’italianizzazione della parola latina medievale insula, che si può tradurre con “isolato, quartiere”. Ecco dunque che dire che a Perugia esiste un’isola significa raccontare una parte rilevante della storia della città. Questa racconta l’evoluzione architettonica dell’antica acropoli edificata sul cosiddetto “colle del sole”, nucleo del centro storico.

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Perugia Sotterranea: l’acropoli attraverso i secoli

Vista dall'alto del muro di terrazzamento etrusco nella Perugia sotterranea. L'imponente muro, realizzato con grandi conci di travertino, è sormontato da una volta in mattoni.

La macchina del tempo

Gli Scavi Archeologici, nel cuore della struttura dell’Isola di San Lorenzo, regalano il senso di una scoperta attraverso i secoli. Poco noti anche ai residenti stessi, questi luoghi permettono di entrare nelle viscere della collina che ospita la città di Perugia. È possibile così comprendere come dagli etruschi, passando per i romani e l’insediamento papale, il centro della città abbia assunto la sua conformazione attuale. La discesa dal chiostro della cattedrale fino agli scavi è paragonabile all’utilizzo di una macchina del tempo, che riallinea le sue lancette con il nostro orologio man mano che risaliamo attraverso i secoli verso la superficie.

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Basilica di San Salvatore – Spoleto

Vista scorciata del fianco della Basilica di San Salvatore a Spoleto.

Anche se esclusa dai soliti percorsi turistici, la basilica di San Salvatore è sicuramente tra le cose da vedere a Spoleto. Mentre la storia dell’edificio è ancora avvolta nel mistero a causa della sua antichissima origine, che non è accompagnata da alcun documento coevo all’inizio del cantiere, la certezza che l’edificio sia dedicato a San Salvatore risale a un documento dell’815.

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Cattedrale di San Lorenzo – Perugia

Vista dell'interno della Cattedrale di San Lorenzo con vista della Madonna delle Grazie sulla destra. La sinistra dell'immagine è occupata dalla navata centrale della chiesa che mostra le colonne e le volte affrescate.

Una cattedrale per accogliere tutti

L’attuale Cattedrale di San Lorenzo prende il posto di una più antica chiesa edificata in stile romanico e databile al XII secolo. Nel marzo dell’anno 1300 le magistrature comunali riunite in seduta plenaria, constatando che le dimensioni della Cattedrale romanica non erano più adeguate a una città come Perugia in piena fase espansiva, decisero di costruire dalle fondamenta un edificio più ampio e nello stesso luogo di quello all’epoca esistente. Architetto di questo nuovo e importante cantiere cittadino fu fra Bevignate, un monaco dell’ordine benedettino di S. Silvestro. Sempre a lui vennero affidati i lavori più rappresentativi dell’Umbria medievale, come la Fontana Maggiore e l’acquedotto di Perugia, e il Duomo di Orvieto.

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Arco Etrusco e cinta muraria – Perugia

Vista scorciata da sinistra dell'Arco Etrusco. Il bianco della sua pietra si sposa con il verde dei pochi alberi vicini ad esso.

Perugia e le sue mura etrusche

Perugia fu una delle città più rilevanti del territorio etrusco e la cinta muraria risalente al III secolo avanti Cristo (con parti più antiche riferibili al IV sec. a.C.) resta ancora evidente testimonianza del prestigio da essa raggiunto. La lunghezza della cerchia raggiunge circa tre chilometri, con ampi tratti visibili e altri inglobati in strutture cronologicamente più tarde; le mura etrusche seguono l’orografia del territorio e, in corrispondenza delle zone a quote più basse, il loro profilo si piega verso l’interno e contribuisce a imprimere una forma a trifoglio a tutto l’impianto.  

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San Damiano: la casa di Santa Chiara

Vista della stradina di arrivo alla chiesa di San Damiano. La strada eè fiancheggiata da siepi, sullo sfondo è visibile la struttura.

Tra la pianura e gli ulivi della campagna di Assisi si trova un luogo carissimo alle origini francescane: il Santuario di San Damiano. In esso dominano il silenzio e la pace, cornici splendide alla vista sulla natura circostante. Delle origini della struttura, fissate presumibilmente tra il VII e il IX secolo, si conosce ben poco, come anche delle motivazioni della dedicazione della chiesa a San Damiano, medico e martire, le cui reliquie erano giunte a Roma a metà del V secolo. Possiamo affermare comunque che la storia di questa minuscola chiesa custodita da un anziano prete sale agli onori della cronaca perché nel 1205 un giovane ventiquattrenne di nome Francesco, un giorno, vi si ferma a pregare. 

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La Porziuncola e Santa Maria degli Angeli – Assisi

Vista panoramica di Santa Maria degli Angeli. La struttura della chiesa, con il suo cupolone, si erge dalle campagne umbre e spicca dalla nebbia della piana in cui si trova.

Le distese sotto Assisi sono tra le più suggestive di Italia per i colori e la vista sulla città che costeggia, con la sua pietra bianco rosa, le isoipse del Monte Subasio. Proprio in queste pianure si è visto sbocciare il fiore delle vite di Francesco e Chiara. Il giovane, dopo aver restaurato la chiesa di San Damiano, “si trasferì nella località chiamata la Porziuncola dove c’era un’antica chiesa, in onore della Beata vergine Madre di Dio, ormai abbandonata e negletta. Vedendola in quel misero stato, anche perché aveva grande devozione per la Madre di ogni bontà, il Santo vi stabilì la sua dimora e terminò di riparla nel terzo anno della sua conversione”. Tommaso da Celano, primo biografo del santo, ci racconta così l’arrivo di Francesco alla piccola parte di terra della piana.

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Necropoli di Crocifisso del tufo – Orvieto

Veduta di un tratto di percorso della Necropoli del Crocifisso. Il percorso è in terra battuta, di fronte una breve scalinata, ai lati le tombe in pietra.

La fondazione etrusca di Orvieto: dalla terra al cielo

Un percorso tra terra e cielo: così può essere visitata e scoperta la città di Orvieto, sia in ragione della sua conformazione territoriale, un centro che si innalza sulla cima di una rupe circondata da una valle, sia della sua storia, dagli antichi etruschi al contemporaneo. A Orvieto la roccia di tufo e l’ingegno umano si sposano indissolubilmente sin dai tempi della fondazione etrusca. Ma chi sono gli etruschi? Anche se l’origine è ancora da chiarire, nonostante vi siano diverse ipotesi, si tratta certamente di un popolo vissuto nell’Italia centrale tra il IX secolo a.C. e il I secolo a.C. Gli etruschi erano soprattutto abili commercianti, sempre in contatto con le altre civiltà del Mar Mediterraneo. La massima esposizione e potenza delle città-stato etrusche è compresa tra l’800  a.C. e il 600 a.C. per cadere poi sotto il dominio dei Romani. Orvieto fu l’ultima città etrusca a essere dominata dai Romani, perdendo in battaglia nel 264 a.C. (III secolo).

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Pozzo di San Patrizio – Orvieto

Sguardo dall’alto verso il fondo del pozzo. Sulle mura si vedono alcune finestre mentre sul fondo il ponte in ferro sospeso sull’acqua.

Antonio da Sangallo: costruttore ingegnoso

Sul ciglio della rupe di Orvieto si apre una piccola piazza occupata solamente da un edificio cilindrico, apparentemente anonimo. La struttura, in realtà, cela e contiene una “cosa ingegnosa di capriccio e maravigliosa di bellezza”. È con queste parole che Giorgio Vasari (in “Le vite de’ più eccellenti pittori, scultori e architetti”, 1550) conclude la descrizione di questa affascinante opera architettonica e ingegneristica: un profondo pozzo scavato nel tufo. La storia di questo pozzo si lega con quelle del papa e di Roma, di Firenze, dell’imperatore Carlo V d’Asburgo e dei Lanzichenecchi.

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Orvieto Sotterranea

Vista leggermente scorciata di un cunicolo della Orvieto Sotterranea. Questo ha una forma pressoché circolare e lungo i lati si trovano le aperture di altri cunicoli che lo intercettano.

La città sotterranea di Orvieto

La città di Orvieto si distende sulla cima di una grande roccia di origine vulcanica, costituita da tufo e da pozzolana. Qualsiasi visitatore non può che restare ammaliato da questo altopiano, chiamato la Rupe, che spicca e domina sulla valle circostante, fatta di boschi e di vigneti.  Su questa terra rocciosa l’uomo non solo vi si è insediato e ha costruito, fino a innalzare la sua cattedrale e le sue torri, ma ha anche scavato cavità sotterranee in ogni epoca. Il tufo custodisce da secoli una città sotto la città: Orvieto sotterranea.

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Fortezza Albornoz – Orvieto

A sinistra è visibile il torrione della Fortezza Albornoz mentre il resto dell’immagine è occupato dalla vista dall’alto della città sottostante e delle campagne umbre.

Dalla libertà al dominio
Dopo le lotte intestine tra il partito dei guelfi (la fazione che sosteneva il potere del Papato) e quello dei ghibellini (i sostenitori dell’imperatore), la città di Orvieto vive un lungo periodo di profondo benessere e di indipendenza come libero comune: un governo autonomo dall’imperatore sia a livello politico che economico. Per tutto il Duecento la città si arricchisce e si organizza con le maggiori istituzioni comunali, essendo perfettamente in grado di autogovernarsi, di controllare il suo territorio circostante e di proliferare. Queste esperienza da libero Comune si interrompe con la diffusione di una pandemia che dimezza la popolazione: la pesta nera del 1348. La malattia accentua le discordie tra importanti famiglie nobili orvietane, portando a una crisi politica ed economica. Ormai troppo debole, il 24 giugno del 1354 il Consiglio delibera di affidare la città e le sue terre al papa e al suo uomo di fiducia: il cardinale spagnolo Egidio Albornoz (1310 ca. – 1367). 

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