La Basilica di San Salvatore a Spoleto
Un’origine antica
Anche se esclusa dai soliti percorsi turistici, la basilica di San Salvatore è sicuramente tra le cose da vedere a Spoleto. Mentre la storia dell’edificio è ancora avvolta nel mistero a causa della sua antichissima origine, che non è accompagnata da alcun documento coevo all’inizio del cantiere, la certezza che l’edificio sia dedicato a San Salvatore risale a un documento dell’815. Questa genesi così remota la rende una testimonianza rara del passato. Durante i restauri del 1966 è stata rinvenuta una ciotola con all’interno resti organici e inorganici che, sottoposti ad esami scientifici, hanno contribuito a suggerire una datazione più precisa. Il cibo è stato datato tra il 540 e il 640 e quindi la costruzione di questa chiesa è compresa tra la fine del IV e l’inizio del VI secolo. Questi sono storicamente secoli difficili che vedono la divisione dell’Impero Romano e il suo il lento e inesorabile declino, seguito poi dalle dominazioni barbariche. Particolarità di questa architettura è che si tratta di un’arte da vivere, da percorrere, da esplorare. Entrando in questa chiesa si respira una spiritualità antica, celata nella verticalità dello spazio, nelle murature spoglie, nei capitelli ionici, nella luce che vibra infrangendosi sulle scanalature delle colonne.
La bellezza dell’essenziale
L’edificio è maestoso nella semplicità dei suoi spazi, scanditi da antiche colonne provenienti da un tempio romano e qui riutilizzate. Questo reimpiego non deve scandalizzare, poiché l’uso del materiale di spoglio era molto ricorrente nel mondo tardo antico e nell’alto medioevo, ponendosi con naturalezza in continuità con quello romano e pagano che l’avevano preceduto. Le colonne ioniche sostengono la trabeazione di tipo dorico, che conduce l’occhio al cuore della basilica: l’altare. Questo spazio presbiteriale, il più sacro per la presenza della mensa eucaristica, è sormontato da una cupola che termina con una lanterna ed è risalente al IV secolo. Anche la facciata è un elemento antico originale e ben conservato, da non sottovalutare per l’essenzialità decorativa. Sono presenti solamente tre finestre e tre ingressi, numero sacro per eccellenza che simboleggia la Trinità. L’ingresso centrale ha un portale impreziosito da una raffinata decorazione scolpita, al centro della quale campeggia una croce palmata circondata da girali vegetali, foglie e fiori. Un simile ornamento si può ritrovare in un altro edificio della zona di Spoleto conosciuto con il nome di Tempietto del Clitunno. Il bassorilievo del Tempietto riporta solo un’aggiunta: dalla croce prendono nutrimento grappoli d’uva e melagrane, dai significati metaforici che rimandano alla Passione di Cristo.