L’arrivo a Spoleto è visivamente anticipato da due monumenti di grande pregio come il Ponte delle Torri e la Rocca Albornoz che, campeggiando dall’alto, sembrano quasi proteggere la cittadina. Il primo, alto 80 metri e lungo circa 230 metri, probabilmente svolgeva in passato funzioni di acquedotto. “Le dieci arcate - dice J.W.Goethe - che sovrastano a tutta la valle, costruite di mattoni, resistono sicure attraverso i secoli”. La rocca, raggiungibile con comodi ascensori, è l’imponente ed elegante fortezza medievale voluta dal Papa Innocenzo VI. La Rocca Albornoz racconta la storia politica e culturale del territorio attraverso il Museo del Ducato allestito al suo interno e gli affreschi della celebre “camera pinta”, la stanza privata del governatore, con rare pitture trecentesche a tema amoroso cavalleresco.
Poche città sono così piacevoli da visitare a piedi come quella di Spoleto. Vagando per i vicoli e le piazzette si attraversa un tessuto urbano di rara bellezza, esempio di unità di diversi stili e varietà di forme. Dalla struttura medievale del borgo trasudano le origini antiche, testimoniate dal Teatro Romano risalente al I secolo a.C., l’Arco di Druso e l’Arco di Monterone costruiti lungo il tracciato della via Flaminia, i resti di un antico tempio romano incastonato nelle pareti della chiesa di Sant’Ansano e la Piazza del Mercato, sede dell’antico Foro.
Il Duomo di Spoleto è la principale attrazione turistica. Esso è collocato in una magnifica posizione prospettica in fondo a una lunga scalinata che si apre improvvisamente tra gli stretti vicoli del centro. La piazza, nota da qualche anno agli italiani per essere scenografia ideale delle riprese della celebre fiction Don Matteo, digrada dall’alto con una scalinata. Nei mesi estivi essa si trasforma in uno degli ideali palcoscenici che accolgono gli spettacoli del Festival dei due mondi nato nel 1958 e appuntamento dei maggiori protagonisti del cinema, del teatro e della danza internazionali. La facciata del Duomo è abbagliante nei suoi colori marmorei. Il mosaico bizantineggiante e i suoi ben otto rosoni la rendono unica nelle forme e nei colori. A breve distanza dalla città è possibile fare una sosta per visitare le Fonti del Clitunno, un luogo di grande pregio naturalistico, considerato sacro dagli antichi e cantato da poeti e scrittori come Plinio, Virgilio, Byron e Carducci. La natura curata e splendidi belvedere fanno da sfondo alle passeggiate e alle gite fuori porta, magari portando nel paniere tipici dolci spoletini come la Crescionda e l’Attorta, o fermandosi a mangiare nei caratteristici ristorantini al profumo di braciole, coratelle e frittate al tartufo.