Il Martirio di San Sebastiano, un affresco del Perugino a Panicale
Nel 1505, Perugino realizza il Martirio di San Sebastiano. L’affresco è collocato all’interno della chiesa dedicata all’omonimo Santo a Panicale, un piccolo borgo vicino al Lago Trasimeno, ed è l’unica opera dell’artista lì presente.
Da militare a martire per la fede cristiana
San Sebastiano è un santo cristiano vissuto tra il III e il IV secolo d.C., sotto il comando dell’Imperatore romano Diocleziano. Secondo Sant’Ambrogio, Sebastiano era nato a Milano, città in cui aveva intrapreso la carriera militare con successo, tanto da essere stimato da due Imperatori: Massimiano e lo stesso Diocleziano. Durante la carriera militare, si avvicina alla fede cristiana, si impegna a convertire i fedeli, confortare i carcerati e seppellire i martiri. Tutte queste pratiche religiose vengono in seguito scoperte e lo portano alla morte.
La scena del Martirio rappresentata dal Perugino
Perugino raffigura il primo martirio di San Sebastiano, al quale egli sopravvive grazie alle cure di una donna. La scena si svolge in un contesto urbano ideale, costruito secondo una prospettiva geometrica perfetta.
Al centro della scena, su una piazza pavimentata a quadrati rosa, si trova un piedistallo sopra il quale San Sebastiano è legato a una colonna, nudo e trafitto da due frecce. Il suo corpo ricorda le statue dell’epoca classica, mentre l’espressione del viso lascia trasparire un atteggiamento arrendevole, tipico della figura del martire cristiano che sacrifica la propria vita per la fede di Dio.
Tre arcieri e un balestriere, divisi in due coppie, sono collocati alla destra e alla sinistra del piedistallo su cui poggia i piedi il Santo. Si muovono a ritmo, ricordando danzatori piuttosto che persecutori. Le loro pose possono sembrare poco naturali, ma sono state ben studiate dal Perugino.
La prospettiva guida lo sguardo dello spettatore verso un’architettura composta da cinque arcate (che delimita la piazza) e l’ampio paesaggio in secondo piano che si intravede dietro gli archi. Perugino presta molta attenzione agli elementi della natura (alberi, acqua, colline e montagne) ricorrendo alla prospettiva aerea. Con questa tecnica, l’artista cerca di imitare la realtà, ma l’abbassamento di toni di colore e luce in rapporto alla distanza fa sembrare i monti in lontananza di colore viola o blu.
La scena della benedizione di Dio Padre
Nella parte superiore dell’affresco, Perugino dipinge Dio Padre all’interno di un globo di luce mentre sta compiendo il rito della benedizione. Ai lati è circondato da angeli, figure classiche che il pittore ha probabilmente realizzato servendosi di cartoni preparati per lavori precedenti.
L’armonia e l’equilibrio di una rappresentazione drammatica
L’episodio storico del Martirio di San Sebastiano è di natura drammatica e violenta, trattandosi dell’esecuzione di un uomo. Tuttavia, Perugino riesce a raccontarlo con toni pacati grazie a molti elementi ispirati all’arte classica.
Come già detto, il corpo di San Sebastiano ricorda quello delle statue del periodo classico. Le arcate in stile romano sullo sfondo della scena del Martirio riprendono e ripetono la struttura dell’Arco di Trionfo, utilizzata molto spesso dal Perugino ed elemento di gran moda nell’arte rinascimentale. La cornice con motivi vegetali, sopra le arcate, divide l’affresco in due scene distinte e richiama l’aspetto di un tempio classico, con la scena della benedizione a decorazione del frontone.
Infine, la prospettiva molto curata e i colori delicati, uniti ai richiami all’arte classica, contribuiscono a dare un senso di armonia e di equilibrio a tutti gli elementi presenti nell’opera.
La firma dell’artista sull’affresco
L’autore dell’affresco e l’anno di esecuzione sono certi, dal momento che il nome del Perugino e la data di realizzazione, in numeri romani, sono riportati nella decorazione delle paraste del piedistallo collocato al centro della scena principale.