Il torcolo di San Costanzo è un dolce tipico di Perugia, preparato in occasione della celebrazione di questo Santo che avviene ogni anno il 29 gennaio. San Costanzo è stato il primo vescovo di Perugia e, insieme a San Lorenzo e Sant’Ercolano, è uno dei tre Santi patroni della città.
San Costanzo e la persecuzione dei cristiani
Durante il regno dell’Imperatore Marco Aurelio (II secolo), Costanzo viene perseguitato a causa della fede cristiana da lui professata. Flagellato e immerso nell’acqua bollente nel calidarium delle terme romane, Costanzo sopravvive miracolosamente. In seguito, viene rinchiuso in prigione, dove riesce a convertire le guardie alla fede cattolica e li convince a liberarlo. Catturato una seconda volta e costretto a camminare sui carboni ardenti, ne esce incolume. Liberato e arrestato una terza e ultima volta, viene condotto a Foligno e decapitato il 29 gennaio del 170 circa. Il corpo del Santo, dopo il martirio, viene portato a Perugia e sepolto non lontano dalla città, in un luogo chiamato “Areola fuori Porta San Pietro”. Nel 1205 il vescovo di Perugia, Viviano, fa costruire in corrispondenza del sepolcro la prima chiesa dedicata a San Costanzo, come indica la scritta presente sull’altare.
San Costanzo e la città di Perugia
La popolarità di questo Santo a Perugia è legata ai miracoli che ha compiuto verso una donna affetta da cecità e un nobile con gli arti inferiori paralizzati, entrambi guariti dall’intercessione del Santo. Il giorno dedicato al patrono è il 29 gennaio, ma le celebrazioni in città iniziano già alcuni giorni prima con una processione che parte dalle vie del centro città fino alla Chiesa dedicata al Santo e altre manifestazioni di vario genere ed è in questi giorni di festa che i perugini mangiano il tradizionale torcolo.
Il torcolo di San Costanzo
Il torcolo è un tradizionale dolce perugino a forma di ciambella con un foro al centro. Esistono varie leggende sulla sua forma: si dice che il foro del torcolo rappresenti il collo decapitato di San Costanzo, oppure che rappresenti la collana del Santo che si è sfilata sempre al momento della decapitazione. Altri invece sostengono che ha questa forma perché il foro centrale permette di trasportarlo con più facilità durante fiere e mercati.
Il torcolo ancora oggi viene preparato seguendo la ricetta tradizionale. Per la preparazione dell’impasto si devono mescolare 600 gr. di farina con 25 gr. di lievito di birra sciolto in un bicchiere di acqua tiepida; unire 180 gr. di zucchero e infine 150 gr. di cedro candito a pezzetti, 150 gr. di uvetta, 180 gr. di pinoli, 30 gr. di semi di anice. Mescolare tutto con 30 gr. di olio d’oliva e 80 gr. di burro. Adagiare l’impasto in uno stampo per ciambelle con foro centrale e lasciar lievitare per circa mezz’ora. Infine, spennellare la superficie con il tuorlo d’uovo, incidere la superficie e cuocere per 45 minuti a 180 °C.
La leggenda vuole che le ragazze nubili si rechino alla Chiesa di San Costanzo il giorno della sua celebrazione per sapere se si sposeranno entro l’anno. Un gioco di luci riflesse sulla statua del Santo dà l’impressione che faccia l’occhiolino. Se San Costanzo fa l’occhiolino alla ragazza significa si sposerà, in caso contrario il fidanzato le regalerà il tipico torcolo in segno di consolazione.