La Scarzuola è un luogo rurale che si trova in località Montegiove, nel comune di Montegabbione, un piccolo borgo fortificato in provincia di Terni. La Scarzuola è conosciuta per l’antico convento e i bizzarri edifici progettati dall’architetto Tommaso Buzzi come interpretazione del concetto di “città ideale”.
Il convento francescano
La leggenda narra che il complesso conventuale francescano sia stato edificato esattamente nel luogo in cui San Francesco aveva costruito una capanna presso la quale si recava a pregare. La capanna era costruita di scarza (o scarsa), una pianta acquitrinosa dalla quale la Scarzuola (o Scarsuola) prende il suo nome. Nel 1282, i Conti di Montegiove fanno costruire prima una chiesa e poi un convento in corrispondenza della capanna. Alla fine del 1700, il complesso francescano diventa di proprietà dei marchesi Misciatelli di Orvieto e viene acquistato nel 1957 dall’architetto Tommaso Buzzi.
La “città ideale” di Tommaso Buzzi
Tommaso Buzzi è un architetto che lavora per l’alta borghesia lombarda nella prima metà del ‘900. Con l’acquisto di questo terreno immerso e isolato tra le colline umbre, Buzzi decide di costruire accanto al convento già esistente degli edifici a carattere esoterico e fantastico allo stesso tempo. Così nasce un luogo che permette al visitatore di intraprendere un viaggio metaforico in una città ideale. Buzzi porta così avanti il progetto della Scarzuola dal 1958 fino al 1971, un progetto tutt’ora incompiuto che passa in mano al nipote dell’architetto dopo la sua morte avvenuta nel 1981.
Dopo il restauro del convento francescano, Buzzi progetta giardini con fontane e monumenti; decora tutto con simboli, scritte e citazioni. Costruisce scale che conducono in molteplici direzioni e due palcoscenici decorati con i simboli del sole e della luna. Un nudo di donna (la Grande Madre) si staglia nel giardino ed è parte del muro perimetrale del Tempio di Amore.
La simbologia dietro la città ideale
La Scarzuola rappresenta il punto di incontro armonioso tra natura e architettura. Alla base della sua progettazione c’è il romanzo allegorico Hypnerotomachia Poliphili, scritto da Francesco Colonna nel 1499. Il romanzo parla di un viaggio alla ricerca dell’amore, saggezza e trasformazione interiore; così come il visitatore della Scarzuola si trova all’interno di un labirinto con architetture surreali che gli permette di intraprendere un percorso esistenziale. La Torre di Babele, la Scala Musicale delle Sette Ottave, la Scala di Giacobbe, l’Arco di Tito, le Piramidi, l’Acropoli, e altri edifici fanno sì questo luogo sia una fusione tra elementi che appartengono al mondo sacro e a quello profano.