Il Montefalco Sagrantino è tra i prodotti enologici che più rappresentano l’Umbria; insieme al Torgiano Rosso Riserva , è uno dei vini che ha ottenuto il marchio DOCG, un riconoscimento europeo a garanzia dell’origine e della qualità del prodotto.
Dall’Asia Minore all’Umbria
La cultura del vino nel Centro Italia risale al periodo dei Greci; molto probabilmente si deve a loro l’importazione della pratica enologica, tramandata poi alle popolazioni etrusche e romane. Si crede però che il vitigno del Montefalco Sagrantino nello specifico sia stato importato dai frati dell’ordine di San Francesco dall’Asia Minore, dove si recavano spesso per l’evangelizzazione. La presenza di questo vitigno nella regione è attestata da un documento del XVI secolo ritrovato a Montefalco che riporta l’ordine per il mosto di uva sagrantina. Inoltre, il vino era importante per la cultura enologica del territorio, ma soprattutto per il suo valore economico. Per questo motivo, un’ordinanza nello statuto del comune di Perugia emanata nel 1622 dal cardinale Boncompagni, legato della città, prevedeva che chiunque venisse colto nell’atto di tagliare una vite di Sagrantino sarebbe stato sanzionato, fino alla forca.
Nel 1972, Montefalco viene riconosciuta come zona di eccellente produzione vinicola. Un riconoscimento che porta questo vino a ricevere il 30 ottobre 1979 il riconoscimento di prodotto DOC e il 5 novembre 1992 quello del marchio DOCG.
Tipologie e abbinamenti culinari
La zona di produzione del Sagrantino si estende dalla città di Montefalco (da cui prende il nome), fino ai comuni di Bevagna, Gualdo Cattaneo e Giano dell’Umbria.
Dalle sue uve si ottiene un vino secco oppure dolce, il Passito. Per entrambi, il periodo di invecchiamento è di almeno 37 mesi, con un periodo di maturazione di 4 mesi in bottiglia. La lavorazione del Sagrantino secco, nello specifico, prevede 12 mesi in botte di rovere; è di colore rosso rubino, all’olfatto e al sapore richiama frutti neri con sfumature di erbe officinali e tabacco. È un vino che si abbina bene ad arrosti di carni rosse, cacciagione e formaggi stagionati. Il Passito, invece, ha un colore rubino carico, note fruttate di ciliegia e si abbina bene a prodotti di pasticceria.