La storia di Palazzo (e Ascanio) della Corgna
Davanti alla Cattedrale di Città della Pieve si può osservare una delle dimore signorili più belle del borgo: Palazzo della Corgna. L’edificio è strettamente legato alla personalità del suo committente (Ascanio della Corgna) e al periodo storico in cui egli vive.
Dopo il Sacco di Roma (1527) le truppe francesi, alleate dello Stato della Chiesa, saccheggiano e devastano Città della Pieve, borgo storicamente a favore dell’Imperatore. Due anni dopo, la cittadina viene sottomessa al potere centrale di Roma attraverso l’elezione di governatori di nomina papale. Grazie a questo cambio ai vertici, nel 1550 Papa Giulio III elegge governatore suo nipote, Ascanio della Corgna; il condottiero si distinguerà nella celebre Battaglia di Lepanto contro le armate turche nel 1571.
Così, mentre il Duomo della cittadina otteneva il titolo di Cattedrale, si apre il cantiere dell’imponente Palazzo della famiglia Della Corgna.
Una residenza monumentale del Rinascimento italiano
I lavori di costruzione di Palazzo Della Corgna, diretti dall’architetto perugino Galeazzo Alessi, risentono fortemente dei nuovi stili architettonici del XVI secolo.
In questo periodo nascono molti palazzi privati nelle città italiane: edifici che ripropongono l’ordine e la regolarità dell’architettura del 1400, ma arricchiti da elementi classici monumentali come
- lesene (fusti decorativi rettangolari, che sporgono appena dalle pareti);
- colonne;
- trabeazioni (strutture orizzontali tra colonne e copertura);
- cornici.
Caratteristiche chiaramente individuabili nella facciata di Palazzo Della Corgna, ma anche in altri edifici cardine dell’architettura italiana rinascimentale, come Palazzo Farnese o Villa Giulia a Roma.
Da fuori l’edificio appare come un blocco rigido e saldo, che afferma con forza il suo carattere simbolico e aristocratico.
Gli interni di Palazzo della Corgna
Le grottesche
All’interno, pareti e soffitti sono ricoperti da meravigliosi affreschi che riprendono scene mitologiche o sacre. Sono impreziositi dalle grottesche, definite da Giorgio Vasari “bizzarrie dipinte”. Si tratta di ornamenti sottili che creano complesse architetture e temi vegetali o zoomorfi; queste decorazioni entrano a far parte del linguaggio artistico italiano dopo la scoperta della Domus Aurea a Roma, che ne era rivestita. Molti artisti si calano nelle grotte ancora interrate dell’antica villa di Nerone dopo il suo ritrovamento, per poi diffondere questo genere ornamentale. Tra loro anche Pietro Vannucci, che lo riporta fedelmente nel Nobile Collegio del Cambio a Perugia.
Gli affreschi
Tra le scene raffigurate nelle stanze del Palazzo è particolarmente noto l’affresco realizzato dal Pomarancio (Nicolò Circignani) nella Sala del Governatore. L’opera, detta il Concerto poiché rappresenta un gruppo di muse intente a suonare strumenti musicali, celebra un importante titolo ottenuto dalla famiglia Della Corgna: il Marchesato di Castiglione del Lago.
Gli scaloni e le logge sono affrescati con le personificazioni delle Virtù Cardinali e Teologali, mentre nella Sala Grande le divinità raffigurate sembrano tratte dal mondo mitologico delle Metamorfosi di Ovidio.
Palazzo della Corgna oggi
I lavori di costruzione del Palazzo sono stati spesso sospesi e mai del tutto terminati, soprattutto per le ostilità fra Ascanio e il popolo pievese. Nel 1643 la Camera Apostolica confisca la struttura, che passa alla famiglia romana Amidei, poi alla famiglia Mazzuoli. Quest’ultima fa realizzare i bellissimi pavimenti alla veneziana nella Sala Grande e nella Sala Rossa.
La biblioteca “Francesco Melosio”
Dal 1985 il pian terreno di Palazzo della Corgna ospita la Biblioteca comunale “Francesco Melosio”, che vanta un grande patrimonio librario: 48000 volumi, molti dei quali consultabili online. Il Fondo Antico rappresenta la parte più importante e comprende vari manoscritti, tra cui un antifonario del XV secolo, le cui pagine sono decorate con preziose miniature.
All’ingresso della biblioteca un reperto archeologico sorprendente accoglie i visitatori: un imponente obelisco etrusco. Molto probabilmente faceva parte dell’arredo di un tempio nei pressi della località Poggio Cavaliere.