Rocca Perugina – Città della Pieve

Il simbolo del dominio di Perugia sul borgo

La Rocca Perugina oggi

La poderosa Rocca Perugina a Città della Pieve è stata eretta in corrispondenza della cinta muraria, vicino Porta Perugina. Da qui, già nel 1296, iniziava la via Pievaiola, che tutt’ora collega la cittadina a Perugia. Oggi l’edificio, affacciato su Piazza Matteotti, è diventato un punto chiave della valorizzazione e dell’accoglienza turistica, grazie a un sapiente restauro. Sul piano strutturale, la Rocca è un esempio di edilizia militare umbra notevole. La sua presenza apre un capitolo appassionante nella storia di Città della Pieve, perché testimonia il dominio che Perugia esercitava sull’antico borgo, chiamato al tempo Castel della Pieve.

 

Esposizione di opere d'arte all'interno della Rocca Perugina. In un suggestivo alternarsi di volte in mattone sono disposti diversi quadri.

 

Il controllo di Perugia attraverso Una Rocca per mantenere il controllo

Fin dal XII secolo, Perugia controllava questa zona:

  • per difendere i confini umbri dalla minaccia di Siena, grande potenza filoimperiale;
  • per interesse verso i territori del Chiugi (la zona compresa tra il lago di Chiusi e il Lago Trasimeno).

Nonostante fosse dominata da una città guelfa (schierata con il potere papale), Città della Pieve era ghibellina (sosteneva cioè gli interessi imperiali) e godeva della protezione di Federico II di Svevia; condizioni che la portano, nel XIII secolo, a trasformarsi in un libero Comune.
Proprio in quel periodo, la cittadina assume la forma che rimarrà invariata fino a oggi: guardandola dall’alto, i confini urbani disegnano il profilo di un’aquila, chiaro simbolo dell’Imperatore che muoveva minaccioso verso Roma.

Nel 1250 Perugia riesce a conquistare Città della Pieve, ma deve fronteggiare le continue insurrezioni degli abitanti, che chiedono a gran voce la libertà comunale. Decide allora di costruire la Rocca nel 1326, per sorvegliare la città e rendere più sicure le sue truppe sul posto. Affida il progetto ad Ambrogio e Lorenzo Maitani; quest’ultimo, chiamato universalis caput magister, si era già distinto come capomastro del Duomo di Orvieto, al quale lavora fino all’anno della sua morte (1330). In effetti, la pianta triangolare della Rocca Perugina sembra richiamare le forme appuntite della facciata della cattedrale orvietana.

 

Vista del fianco della Rocca Perugina dall'esterno. Su un verde pratico si erge la rocca, del colore rosso caratteristico di città della Pieve, e si staglia nell'azzurro del cielo.

 

I sistemi di difesa della Rocca Perugina e le cinque torri

La Rocca Perugina aveva efficaci meccanismi di difesa: uno steccato in legno ne delimitava il perimetro e un profondo fossato la rendeva inaccessibile. Un’ampia cisterna costruita nel cortile garantiva l’approvvigionamento d’acqua in caso di assedio prolungato. Grazie alle cinque torri, la città di Perugia era sempre ben visibile e si potevano chiedere rinforzi con i segnali di fuoco nelle situazioni più critiche.

Alcune delle torri erano dotate di ponti levatoi, come la Torre del Castellano, da cui spesso partivano operazioni militari interne alle mura del borgo. La Torre del Prato dominava la zona di Porta Perugina ed era il punto di controllo dell’accesso principale della città. Nella parte posteriore della rocca è ancora in parte visibile la Torre del Frontone; era chiamata anche Torre del Soccorso, per via di un’apertura strategica che garantiva alle truppe massima flessibilità e agilità nei movimenti militari durante la guerriglia. L’area ospita oggi il Belvedere della Rocca, un giardino panoramico dove la vista spazia dal Monte Arale (vicino alla provincia di Terni) a Perugia in lontananza.

Le tante vite della Rocca Perugina

Nel corso della storia la Rocca Perugina ha cambiato spesso destinazione d’uso ed è stata restaurata molte volte. I Capitani di Ventura (tra cui Braccio Fortebraccio) la sceglievano come loro insediamento in città, poiché la ritenevano inespugnabile. Qui si è consumato un episodio legato alla Congiura di Magione: nel 1503 Cesare Borgia, detto il Valentino, ordina l’uccisione di Paolo Orsini e Francesco di Gravina.

Nella seconda metà del XVI secolo la Rocca perde la sua funzione prettamente difensiva e diventa la residenza dei Governatori Perpetui di nomina papale. È stata danneggiata in più occasioni, tra cui l’assalto delle truppe francesi dopo il Sacco di Roma nel 1527 e l’offensiva toscana nel 1643, nel contesto storico della Guerra Barberina. In seguito all’Unità d’Italia, la Rocca Perugina ha ospitato il Carcere Mandamentale all’interno del Circondario di Orvieto.

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